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Skinsbelts

Ognuno di noi porta scritte delle storie sulla propria pelle. Siamo come un libro che a ogni segno fa corrispondere una memoria e il nostro corpo è un insieme di racconti, vissuti, immagini e colori. Allo stesso modo ogni viaggio e avventura restano impressi nelle nostre compagne di salita nella neve: le pelli di foca. Loro sono state con noi quando abbiamo raggiunto la vetta sognata, quando abbiamo sorriso condividendo un’uscita, quando ci siamo commossi di fronte a un paesaggio inaspettato e ancora quando la sera stanchi, tornando a casa, le abbiamo posate ad asciugarsi al caldo. Loro come noi portano le tracce di un vissuto che non vogliamo lasciare andare perché ci appartiene.

Marta ha pensato che non si potevano buttare via delle così fidate compagne di viaggio ma che avrebbero avuto diritto a una nuova vita. E che fa? Le trasforma, le taglia, le cuce e le fa diventare delle bellissime cinture da indossare nei passanti dei pantaloni come a sorreggere, ancora una volta, e stringere in vita. Nasce così SkinsBelts, il progetto di sostenibilità che punta a dare una seconda vita alle pelli di foca e che oggi ha allargato la sua produzione a collari per animali, portachiavi e cinturini ferma sci. “Il progetto è nato un po’ per caso”, racconta Marta Lotti, Maestra di sci e appassionata di montagna a 360 gradi. “Ho trovato uno scatolone di pelli vecchie di mio padre e mi dispiaceva buttarle via: avevano dei bellissimi colori e raccontavano delle storie. Mi sono messa a pasticciare un po’ con loro e a pensare a cosa avrei potuto farci. La cintura è stata la scelta più ovvia, così ho iniziato a regalarle ad amici e famigliari. Tutti apprezzavano e le richieste aumentavano giorno dopo giorno. Avevo bisogno di una mano, così ho coinvolto mio fratello Mattia e il mio ragazzo Davide. Si sono entusiasmati subito e hanno apportato le loro idee per migliorare la produzione e diventare quello che siamo oggi”.

Con l’amore per la montagna Marta ci è nata, come la maggior parte delle persone nate nella zona del Sestriere, ma ad alimentarla è stata un padre appassionato, Dario, che fin da bambina la portava con sé nel suo girovagare. A soli tre anni Marta aveva gli sci ai piedi e ancora non li ha tolti anche perché la sua casa è proprio di fronte alle piste da sci. Fino a 18 anni la carriera da sciatrice agonista, poi il corso per diventare Maestra. Inoltre la famiglia Lotti gestisce uno chalet sulle discese del comprensorio e durante l’estate, da insegnante, Marta si trasforma spesso in gestore del rifugio, tra cucina e ricezione.

“Ho un ricordo bellissimo di mio padre”, racconta Marta. “Fin da quando ero piccola lo vedevo uscire di casa con piccozze e ramponi, per me era come un modello di vita e andare con lui mi sembrava una sorta di premio. È stato molto bravo ad avviarmi a questo sport senza crearmi dei traumi irreversibili”. In paese Dario Lotti è conosciuto come ‘il saggio’ e di conseguenza lei è la figlia ‘Figlia del saggio’. “Da papà ho sempre imparato e continuo a farlo ed è la persona di cui mi fido di più in assoluto, con lui ho imparato a vivere il fuoripista. Abituata a far correre gli sci su neve battuta, uscire dal tracciato lo vedevo come un qualcosa di diverso. Ma dopo un po’ mi sono accorta che i confini non riuscivano più a tenermi: avevo voglia di esplorare e uscire dai tracciati mi permetteva di vivere la montagna da un altro punto di vista”.

La libertà e il senso di vicinanza alla natura sono una folgorazione. Lo scialpinismo una conseguenza. “Non riuscivo più a stare all’interno dei pali e, della montagna, avevo sempre voglia di scoprire cose nuove e mai viste. Sono convinta che senza il mio background in pista non avrei il livello che ho oggi nel fuori pista e non avrei sviluppato questo forte amore per le pelli”.

Sì, le pelli entrano in questo modo nella sua vita, per non uscirne più, soprattutto da quando SkinsBelts è diventato un progetto reale, vivo. “Ricicliamo al 100% le pelli di foca che sono prodotti con materiale sintetico, hanno un ciclo di vita medio di due stagioni e difficilmente riescono a essere smaltite. Inizialmente erano aziende locali o negozi di noleggio a mandarci la nostra materia prima che noi trasformavamo in cinture, collari, portachiavi per venderli in alcuni negozi in zona Alagna e qualche punto in Francia. Di base, produciamo circa 500 cinture all’anno,  ma negli ultimi 3 anni la crescita degli ordini è stata esponenziale. Ora attraverso l’e-commerce facciamo una decina di cinture a settimana”.

Per produrre una SkinsBelts da zero ci vuole circa un’ora: bisogna applicare una fettuccia in cotone misto nylon, tagliarle, forarle e ancora decorarle con cuciture e punti particolari. Ogni prodotto è unico e irripetibile con le caratteristiche proprie di quella sezione di pelle di foca. “Si sta spargendo la voce e sempre più aziende e negozi ci mandano materiale. Per noi sta diventando un lavoro praticamente a tempo pieno. Ma è meraviglioso pensare che su quelle pelli sia scritto tutto quello che hai fatto, che con loro hai conquistato come quelle salite che magari non farai mai più perché non ci saranno le condizioni”.

La collaborazione con Ambin è nata in modo naturale, al motto del “chi si assomiglia si piglia”. una collaborazione che si basa sui concetti chiave del green e del riciclo, ma anche per un discorso di artigianalità e territorialità. Due linee parallele che, a dispetto della matematica, alla fine si sono incontrate e che ora si rimetteranno a correre insieme, affiancate, come un paio di sci.

Come nascono

Il video

www.skinsbelts.com

Ascolta la storia

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Sara Canali
Le montagne non si muovono, ma se le racconti, arrivano ovunque in un sussurro. Questo credo sia il potere delle storie ed è proprio questa convinzione che mi ha portata a dedicare la mia vita alle parole scritte. Nata in provincia, cresciuta tra Italia e Francia, sono approdata in città, a Milano, dove vivo tutt'ora e da qui lavoro come giornalista freelance collaborando con alcune riviste nazionali generaliste (come Vanity Fair, GQ, Marie Claire) e altre più verticali (come Outdoor Magazine e Race Ski Magazine). Appassionata di teatro, buon cibo e sport, fatico a stare seduta e mi sento in prigione se non posso stare all'aria aperta almeno un'ora al giorno.

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