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Il massiccio dell’Ambin

di Riccardo Torri.

Sciare con ai piedi un paio di Ambin restituisce immediatamente la stessa impressione di solidità e concretezza che si ha nell’ammirare la maestosità del Massiccio d’Ambin.

Questa percepita solidità riflette la sua storia geologica che ha inizio ben prima della formazione delle Alpi. Già i geologi di fine ottocento, vagabondando al di qua e al di là dello spartiacque alpino, avevano riconosciuto la sua origine antica facendola risalire a più di 300 milioni di anni fa per analogia con le associazioni mineralogiche osservate nel Massiccio della Vanoise con il quale ne condivide le radici nascoste al di sotto dei terreni e delle rocce cha affiorano in superficie lungo il fondovalle dell’Arc in Haute Maurienne.

Sono montagne antiche che si ergevano già prima della formazione delle Alpi formando una immensa catena montuosa, detta catena ercinica, nata dalla collisione dei 2 continenti Laurussia e Gondwana dando origine al super-continente Pangea e che idealmente si allungava dal Portogallo al Massiccio Centrale francese fino agli Urali; contemporaneamente si formavano gli Appalachi, oggi nel Nord-America, il Pamir in Tibet e le “Montagne celesti”, lo Tien Shan al confine tra Asia Centrale e Orientale.

L’antica origine del Massiccio dell’Ambin si svela andando ad indagare nel suo intimo, nel profondo delle incisioni della Val Clarea dove, pizzicati nelle strette pieghe delle rocce, si incontrano rocce di colore grigio azzurro scuro, micascisti e gneiss, all’interno delle quali è possibile riconoscere i relitti di minerali prealpini, testimoni di passati e non più visibili processi di orogenesi paleozoiche!

Il Massiccio d’Ambin, così come lo vediamo oggi, si è invece formato durante l’orogenesi alpina a partire da 65 milioni di anni fa per “espulsione” di materiale profondo che è scivolato verso l’alto spinto dalle forze sprigionate dallo scontro tra il continente europeo e quello africano, ancora oggi in progressivo avvicinamento, e un tempo divisi da un oceano di cui la catena alpina ne è materialmente la linea di sutura!

L’Ambin oggi ci appare, dunque, come un duomo roccioso alla cui base si trovano le rocce più antiche, prealpine, che formano uno “zoccolo cristallino”, nativo, chiamato Gruppo di Clarea ricoperto da un “carapace” chiamato Gruppo d’Ambin. Mentre la formazione delle rocce del Gruppo di Clarea è da ricercare nei processi di sedimentazione marina e di eruzione sottomarine lungo la dorsale di un antichissimo oceano chiamato Paleo-Tetide tra i due continenti Laurussia e Gondwana, l’origine delle rocce del Gruppo d’Ambin è da ricercare principalmente nell’attività magmatica e vulcanica che ha accompagnato la formazione della catena ercinica nel Carbonifero…anche se c’è qualcuno che dice siano di origine ancora più antica!

Per gli esploratori: le rocce più antiche che formano il Gruppo di Clarea e che costituiscono l’elemento più profondo del massiccio, affiorano in Val Clarea, appunto, nel Vallone del Tiraculo, nel Gran Boursey, nella Conca del Rio Ponté e nella Conca del Rio Gironda. La gran varietà di rocce del Gruppo d’Ambin, che invece costituisce la parte più superficiale del massiccio, affiora tra il Col Clapier, passo Avanzà, Punta Toasso Bianco e località Mulatera; altri affioramenti sono osservabili nella parte bassa del versante destro della Val Clarea (Cappella Bianca) e sul fianco sinistro (Prà Piano) e nei pressi del Rifugio Vaccarone. Le rocce più recenti, di origine alpina, sono quelle che invece affiorano sulle vette del Monte Ambin, del Monte Giusalet e del Niblé, appoggiate come un lenzuolo strappato su quelle più antiche.

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